ma dopo una dura giornata di lavoro e la tradizione di ineja che stufa i giovani meglio la cucina giappo… bhe la mia risposta è
Viva La Vida e non rumpei u belin ( non rompete le palle ) se perdiamo le nostre radici… perdiamo noi stessi…. ricordatelo sempre
e forza poveri e senza tetto
😉
una poesia ma si dai… fioli ormai son a getto continuo… hihi
“le lagune del polo nord
i rap in alaska ad ferrara
le stoviglie da pulire e le botte prese
lo zitto del uomo… la parola della Donna
le lagune dei nostri razzisti interiori
pulire un ulivo accanto al fiume impero”
by guido arci camalli
![](https://guidoilcamallo.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/06/13c39a2b046b9275.jpg?w=1000)
Il 27 GIUGNO 1980 parte da Bologna, dall’aeroporto Guglielmo Marconi, il volo Itavia 870 Bologna-Palermo; sono le 20.08, due ore dopo l’orario previsto. L’arrivo è programmato per le 21.15. Non ci sono problemi: il DC 9 viaggia regolarmente, con a bordo 81 persone, 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i due e i dodici anni, due bambini di età inferiore ai 24 mesi e 4 uomini d’equipaggio. Durante il volo non é segnalato nessun problema, ma poco prima delle 21 del DC 9 si perdono le tracce radar. La mattina dopo tutti i giornali riportano notizie della tragedia e si cominciano anche a fare le prime ipotesi sulle cause del disastro. Passano i giorni; la lettura dei giornali ci permette di capire le prime inquietudini: “Il silenzio delle autorità alimenta i sospetti di una collisione. Forse i radar della Nato hanno “visto” la tragedia del DC 9 scomparso in mare”, “Il DC 9 Itavia aveva strutture logore oppure é stato investito da ‘qualcosa’ ”.
” il silenzio e nessuna verità”
p.s. acqua pubblica e bollette umane
essi non si placa la mia rabbia… sarà censurata?
oddio spero di no… imperia vivA è ANCHE mugugno
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